mercoledì 14 dicembre 2011

A te che vai (*)

Di spilli cauta sinfonia pungente
ecco raggiunge il cul dei militari.
Dolore, rabbia … e poi sorrisi amari,
mentre Roberto ride come niente.

Della Maggiorità tra i più quotati.
Aspetto fiero, voce ricercata,
barbetta al vento, testa un po’ piegata:
è il bel Pagano, il re degli imboscati.

Dell'ultimo caffè alba sognata,
gioia mesta ci dai
togliendo a noi questa barbetta amata.

E delle muse tu cultore antico (**),
sempre per noi sarai
caporalicchio no, ma caro amico.

Stefano Diprima
       1954
[*] Sonetto scritto in occasione della fine del servizio militare di Roberto Pagano.
Assieme a Roberto ho prestato il servizio militare di leva al XI CAR di Palermo (caserma Scianna - circa 3000 persone presenti). Entrambi (raccomandatissimi) facevamo servizio all'ufficio Maggiorità con il maresciallo Di Franco (uomo burbero ed autoritario ma anche molto intelligente e buono, originario di Sutera). I militari che entravano, per qualsiasi ragione, nell’ufficio, erano obbligati a scattare sull’attenti dinanzi al maresciallo Di franco. Roberto aveva l'abitudine di pungere con uno spillo le natiche dei militari sull'attenti. Alla reazione dei militari, rispondeva un irato intervento del maresciallo sul povero malcapitato militare che era costretto a non lamentarsi ed a restare impalato sull'attenti.

[**] Roberto Pagano era già un rinomato concertista (pianoforte) ed è stato docente all’Accademia musicale di Palermo.




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