mercoledì 28 dicembre 2011

Italia Nostra: Novità rilevanti e positive per Pasquasia e c/da Stretto

Caltanissetta, 24 giugno 2011

Novità rilevanti e positive per due siti, due luoghi su cui, noi di Italia Nostra, abbiamo sempre posto particolare attenzione. Due siti, due luoghi che, di certo non impropriamente, abbiamo definito “bombe ecologiche”. Stiamo parlando del dismesso sito minerario di Pasquasia e dell'ex discarica comunale di contrada Stretto. Per quanto riguarda Pasquasia, dopo la recente inchiesta della Procura della Repubblica di Enna, un intervento concreto e urgente finalizzato alla bonifica del sito era atteso, considerata la presenza di una grande quantità di amianto e olio dielettrico, sostanze fortemente inquinanti, cancerogene. Martedì 14 giugno è stato firmato l'Accordo di Programma Quadro tra il rappresentante del Ministero dell'Ambiente, l'assessore regionale al Territorio e ambiente Marino con il direttore generale Emanuele, il presidente della Provincia Regionale Monaco, l'assessore provinciale Amato, il sindaco di Enna Garofalo. L'accordo ha consentito di liberare risorse economico-finanziarie pari a 20 milioni di euro, che serviranno per la bonifica integrale del sito minerario di Pasquasia. Gli interventi di bonifica consentiranno, dunque, di eliminare sia l'olio dielettrico sia la rilevante quantità di amianto presenti nel territorio.
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 Per la ex discarica di contrada Stretto, in territorio comunale di Caltanissetta, assai vicina al Villaggio Santa Barbara e alla Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, invece, opere di bonifica saranno appaltate dall’Ato Ambiente CL 1, per un importo a base d’asta di 27.721,32 euro. Sono previsti lavori per circa sei mesi. Ricordiamo che la ex discarica di contrada Stretto è stata, negli anni passati, di proprietà del Comune di Caltanissetta, oggi appartiene dall’Ato Ambiente CL 1. Quando detta discarica fu chiusa dall'Autorità Giudiziaria, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, dr.ssa Ombretta Malatesta, relazionando alla Commissione parlamentare antimafia, il 28 settembre 2005, ne qualificò la gestione come uno dei casi più gravi ed eclatanti sul territorio nazionale. 
Tra le radiazioni naturali e artificiali, ionizzanti e non, che quotidianamente riceviamo come esseri viventi, e in particolare come abitanti di un territorio in cui esistono numerose cave e miniere dismesse,  il ricordo di Cernobyl  e, ancora di più la tragedia di Fukushima, ci hanno fatto temere che qualche sorgente radioattiva ionizzante a noi occulta potesse alterare la radioattività naturale esistente. L’area mineraria di Pasquasia, oggi sottoposta a sequestro giudiziario da parte della Procura della Repubblica di Enna, da anni desta preoccupazione e allarme nei  cittadini ennesi e nisseni. Per l’associazione che rappresentiamo, Italia Nostra, ci è sembrato doveroso chiarire prioritariamente a noi stessi, ma non solo, con uno specifico strumento di rilevazione (di libera vendita) adoperato da un tecnico ingegnere, cosa è possibile riscontrare in prossimità della miniera di Pasquasia, in merito ad una ipotetica presenza di radionuclidi. Il risultato, con tutti i limiti di un rilievo di per sé complesso e per noi non necessariamente probativo di rischio eventuale, ci ha confermato un rassicurante livello di radiazione, il cui ordine di grandezza resta al di sotto degli standard ufficiali di radioprotezione. Un dato sufficiente, ma parziale. Non adeguato e completo per una ricerca scientifica finalizzata a valutare le condizioni del sito nei suoi punti più sensibili e l’esposizione dell’immediata contiguità non solo dell’aria, ma della superficie del terreno e del sottosuolo. Questo, laddove si intendesse conoscere l’eventuale assorbimento delle radiazioni in termini di ecologia, idrologia e geolitologia.
Da sinistra: l'arch. Giuseppe Cancemi, l'ing. Stefano Diprima, l'arch. Luca Iannì

Ad ogni modo, possiamo concludere che nelle immediate vicinanze del dismesso sito minerario di Pasquasia, e cioè lungo la statale 122, nel bivio e nel tratto di strada che dal bivio porta ai cancelli della miniera, non si rileva, allo stato odierno, alcun valore apprezzabile di radioattività che alteri la naturale presenza di radiazioni ionizzanti di fondo. Ovviamente, non è stato possibile andare oltre  la recinzione e i cancelli della miniera, sorvegliati da un custode e, come precedentemente evidenziato, sottoposti a sequestro giudiziario.  Per saperne di più occorrerà attendere che la Procura della Repubblica di Enna renda pubblici gli esiti degli accertamenti in corso.
I rilievi – effettuati dall’ingegnere Stefano Diprima, dall’urbanista Giuseppe Cancemi, dall’architetto Luca Iannì e dal consigliere nazionale di Italia Nostra Leandro Janni – sono stati realizzati lo scorso 16 giugno 2011. (Si allegano 5 immagini fotografiche)


Cordiali saluti,

Leandro Janni

Consigliere nazionale di Italia Nos

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